filmov
tv
Mina - Sognando

Показать описание
A metà degli anni settanta, Mina chiama Don Backy e si fa dare due brani per il suo prossimo album: "Nuda" e "Sognando" che inserirà in "Singolare" (1976).
"E “Sognando”, attenzione, è una canzone sui malati di mente nei manicomi. Un brano coraggioso sicuramente ante litteram, cui Mina dona una forza drammatica immensa: Don Backy, lui, era stato costretto a incidersela quasi artigianalmente nel ’71, prima che Mina con la propria intelligenza e l’indipendenza editoriale che si era costruita la rendesse di dominio pubblico proponendola in “Singolare”. Ripetutamente scartata a Sanremo, “Sognando” parla di camicie di forza ed elettrochoc, dell’evidenza allora negata che anche i malati hanno diritto di amare nonché bisogno di essere amati, e lo fa prima dell’analisi della faccenda compiuta da Gaber e Luporini in “Far finta di essere sani” (spettacolo scritto due anni dopo questo brano), decisamente prima che fosse consentito parlare di queste cose al Festival per magari vincerlo come accaduto a Simone Cristicchi nel 2007. Senza contare che Mina canta “Sognando” quando era ancora lontana la libertà – figurarsi la consacrazione poetica – di Alda Merini. In “Singolare” Mina osa anche cantare un brano del genere, che reinciderà live nel suo ultimo live del ’78".
SINGOLARE (1976)
Arrangiamento di Pino Presti
SOGNANDO (Don Backy)
Me ne sto lì seduta assente con un cappello sulla fronte
Le cose strane che mi passan per la mente.
Avrei una voglia di gridare ma non capisco a quale scopo
Poi d'improvviso piango un poco e rido quasi fosse un gioco.
Se sento voci non rispondo io vivo in uno strano mondo
Dove ci son pochi problemi dove la gente non ha schemi.
Non ho futuro né presente e vivo adesso eternamente
Il mio passato è ormai per me distante.
Ma ho tutto quello che mi serve nemmeno il mare nel suo scrigno
A quelle cose che io sogno e non capisco perché piango.
Non so che cosa sia l'amore e non capisco il batticuore
Per me un uomo rappresenta chi mi accudisce e mi sostenta.
Ma ogni tanto sento che gli artigli neri della notte
Mi fanno fare azioni non esatte. D'un tratto sento quella voce
E qui comincia la mia croce vorrei scordare e ricordare
La mente mia sta per scoppiare E spacco tutto ciò che trovo
Ed a finirla poi ci provo tanto per me non see'è speranza
Di uscire mai da questa stanza. Sopra un lettino cigolante
In questo posto allucinante io sogno spesso di volare nel cielo.
Non so che male posso fare se sogno solo di volare
Io non capisco I miei guardiani perché mi legano le mani.
E a tutti I costi voglion che indossi un camice per me
Le braccia indietro forte spingo e questo punto sempre piango.
Mio Dio che grande confusione e che magnifica visione
Un'ombra chiara mi attraversa la mente. Le mani forte adesso mordo
E per un attimo ricordo che un tempo forse non lontano
Qualcuno mi diceva t'amo. In un addio svanì la voce
Scese nell'animo la pace ed è così che da quel dì
Io son seduta e ferma qui...
Le immagini sono tratte da "Come burattini" di Giuseppe Laselva
"E “Sognando”, attenzione, è una canzone sui malati di mente nei manicomi. Un brano coraggioso sicuramente ante litteram, cui Mina dona una forza drammatica immensa: Don Backy, lui, era stato costretto a incidersela quasi artigianalmente nel ’71, prima che Mina con la propria intelligenza e l’indipendenza editoriale che si era costruita la rendesse di dominio pubblico proponendola in “Singolare”. Ripetutamente scartata a Sanremo, “Sognando” parla di camicie di forza ed elettrochoc, dell’evidenza allora negata che anche i malati hanno diritto di amare nonché bisogno di essere amati, e lo fa prima dell’analisi della faccenda compiuta da Gaber e Luporini in “Far finta di essere sani” (spettacolo scritto due anni dopo questo brano), decisamente prima che fosse consentito parlare di queste cose al Festival per magari vincerlo come accaduto a Simone Cristicchi nel 2007. Senza contare che Mina canta “Sognando” quando era ancora lontana la libertà – figurarsi la consacrazione poetica – di Alda Merini. In “Singolare” Mina osa anche cantare un brano del genere, che reinciderà live nel suo ultimo live del ’78".
SINGOLARE (1976)
Arrangiamento di Pino Presti
SOGNANDO (Don Backy)
Me ne sto lì seduta assente con un cappello sulla fronte
Le cose strane che mi passan per la mente.
Avrei una voglia di gridare ma non capisco a quale scopo
Poi d'improvviso piango un poco e rido quasi fosse un gioco.
Se sento voci non rispondo io vivo in uno strano mondo
Dove ci son pochi problemi dove la gente non ha schemi.
Non ho futuro né presente e vivo adesso eternamente
Il mio passato è ormai per me distante.
Ma ho tutto quello che mi serve nemmeno il mare nel suo scrigno
A quelle cose che io sogno e non capisco perché piango.
Non so che cosa sia l'amore e non capisco il batticuore
Per me un uomo rappresenta chi mi accudisce e mi sostenta.
Ma ogni tanto sento che gli artigli neri della notte
Mi fanno fare azioni non esatte. D'un tratto sento quella voce
E qui comincia la mia croce vorrei scordare e ricordare
La mente mia sta per scoppiare E spacco tutto ciò che trovo
Ed a finirla poi ci provo tanto per me non see'è speranza
Di uscire mai da questa stanza. Sopra un lettino cigolante
In questo posto allucinante io sogno spesso di volare nel cielo.
Non so che male posso fare se sogno solo di volare
Io non capisco I miei guardiani perché mi legano le mani.
E a tutti I costi voglion che indossi un camice per me
Le braccia indietro forte spingo e questo punto sempre piango.
Mio Dio che grande confusione e che magnifica visione
Un'ombra chiara mi attraversa la mente. Le mani forte adesso mordo
E per un attimo ricordo che un tempo forse non lontano
Qualcuno mi diceva t'amo. In un addio svanì la voce
Scese nell'animo la pace ed è così che da quel dì
Io son seduta e ferma qui...
Le immagini sono tratte da "Come burattini" di Giuseppe Laselva
Комментарии