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F1: le dieci GENIALATE che hanno CAMBIATO le monoposto di Formula 1. Primo Capitolo
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La Formula 1 è da sempre un laboratorio di innovazione tecnica, dove ingegneri e tecnici lavorano per spingere al massimo i limiti delle regolamentazioni. In questo video, ho deciso di celebrare dieci delle invenzioni più sorprendenti della storia di questo sport.
Il 1968 segnò un punto di svolta per la Formula 1. Prima di quell’anno, le monoposto avevano un design affusolato, senza appendici aerodinamiche. Colin Chapman, con la Lotus 49B, introdusse per la prima volta le ali sulla vettura, cambiando per sempre il modo in cui le auto sfruttavano l’aria per aumentare il carico aerodinamico. Questa innovazione aprì la strada all'aerodinamica moderna, una componente ormai fondamentale per il successo di ogni team.
Un’altra rivoluzione arrivò nel 1976 con la Tyrrell P34, la famosa vettura a sei ruote progettata da Gardner. La configurazione con due assi anteriori e uno posteriore migliorò l’aerodinamica e il controllo della monoposto, portando anche a successi significativi come la doppietta al Gran Premio di Svezia. Tuttavia, difficoltà tecniche legate allo sviluppo degli pneumatici portarono all'abbandono del progetto nel 1978, lasciando però un’impronta indelebile nella storia dello sport.
Nel 1978, la Brabham BT46B, nota come “fan car”, introdusse una ventola posteriore per creare una fortissima depressione aerodinamica, migliorando l’aderenza della vettura. Questa soluzione rivoluzionaria permise alla monoposto di dominare la sua unica gara, ma fu presto vietata dalla Federazione per motivi regolamentari e di sicurezza. Nonostante il suo breve utilizzo, questa invenzione resta una delle più iconiche della Formula 1.
Infine, il 1989 vide la Ferrari 640, progettata da John Barnard, introdurre il primo cambio semiautomatico con leve al volante. Questo sistema, inizialmente difficile da perfezionare, trasformò radicalmente la gestione del cambio in gara, aumentando l’efficienza e la precisione. Questa innovazione non solo segnò un’epoca per la Ferrari ma divenne uno standard adottato da tutti i team negli anni successivi.
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Il 1968 segnò un punto di svolta per la Formula 1. Prima di quell’anno, le monoposto avevano un design affusolato, senza appendici aerodinamiche. Colin Chapman, con la Lotus 49B, introdusse per la prima volta le ali sulla vettura, cambiando per sempre il modo in cui le auto sfruttavano l’aria per aumentare il carico aerodinamico. Questa innovazione aprì la strada all'aerodinamica moderna, una componente ormai fondamentale per il successo di ogni team.
Un’altra rivoluzione arrivò nel 1976 con la Tyrrell P34, la famosa vettura a sei ruote progettata da Gardner. La configurazione con due assi anteriori e uno posteriore migliorò l’aerodinamica e il controllo della monoposto, portando anche a successi significativi come la doppietta al Gran Premio di Svezia. Tuttavia, difficoltà tecniche legate allo sviluppo degli pneumatici portarono all'abbandono del progetto nel 1978, lasciando però un’impronta indelebile nella storia dello sport.
Nel 1978, la Brabham BT46B, nota come “fan car”, introdusse una ventola posteriore per creare una fortissima depressione aerodinamica, migliorando l’aderenza della vettura. Questa soluzione rivoluzionaria permise alla monoposto di dominare la sua unica gara, ma fu presto vietata dalla Federazione per motivi regolamentari e di sicurezza. Nonostante il suo breve utilizzo, questa invenzione resta una delle più iconiche della Formula 1.
Infine, il 1989 vide la Ferrari 640, progettata da John Barnard, introdurre il primo cambio semiautomatico con leve al volante. Questo sistema, inizialmente difficile da perfezionare, trasformò radicalmente la gestione del cambio in gara, aumentando l’efficienza e la precisione. Questa innovazione non solo segnò un’epoca per la Ferrari ma divenne uno standard adottato da tutti i team negli anni successivi.
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