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Cardiopatie congenite: cos'è il difetto del setto interventricolare
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Il difetto del setto interventricolare, “DIV”, è una delle cardiopatie congenite più frequenti e rappresenta circa un quinto delle cardiopatie congenite totali. Come avviene la diagnosi e qual è la terapia. Ne parliamo con Luca Restivo, cardiologo di Palermo.
COS'È ESATTAMENTE IL DIFETTO DEL SETTO INTERVENTRICOLARE?
Si tratta di una comunicazione anomala nella parete, il setto interventricolare, che separa il ventricolo destro da quello sinistro, è un’apertura fra il ventricolo destro e sinistro, quindi fra le camere inferiori del cuore.
COME SI MANIFESTA?
Si manifesta generalmente all’auscultazione del cuore come un soffio sistolico, che si percepisce meglio dopo la seconda o terza settimana dopo la nascita. Il soffio cardiaco è determinato proprio dal passaggio del sangue attraverso il foro. Non sempre l’entità del soffio è proporzionale all’importanza del difetto.
I sintomi sono correlati alla grandezza del foro e possono essere assenti in caso di pervietà di moderata entità. Quando il foro è ampio, è frequente riscontrare, soprattutto dopo il primo mese di vita, difficoltà nell’attività respiratoria, che può presentarsi più frequente e difficoltosa.
Altro segno estremamente importante, secondario alla presenza di un ampio difetto interventricolare, è rappresentato, soprattutto dopo il primo mese di vita, da difficoltà nell’alimentazione e da una crescita ponderale ridotta. Se l’apertura non è ampia non si riscontrano sintomi, perché cuore e polmoni non hanno un surplus di lavoro.
QUANTE TIPOLOGIE ESISTONO?
• Difetto perimembranoso o sottoaortico: è il più frequente, si verifica nell’80% dei casi e nella sezione superiore della parete tra i ventricoli.
• Difetto del setto trabecolato dell’inlet: si verifica nel 5‐20% dei casi e appena sotto la valvola tricuspide nel ventricolo destro e la valvola mitrale nel ventricolo sinistro.
• Difetto del setto infundibolare o sottopolmonare: si verifica nel 5% dei casi.
• Difetto muscolare o apicale: si verifica nel 5-20% dei casi ed è vicino al punto in cui il sangue entra nei ventricoli attraverso le valvole tricuspide e mitrale.
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COS'È ESATTAMENTE IL DIFETTO DEL SETTO INTERVENTRICOLARE?
Si tratta di una comunicazione anomala nella parete, il setto interventricolare, che separa il ventricolo destro da quello sinistro, è un’apertura fra il ventricolo destro e sinistro, quindi fra le camere inferiori del cuore.
COME SI MANIFESTA?
Si manifesta generalmente all’auscultazione del cuore come un soffio sistolico, che si percepisce meglio dopo la seconda o terza settimana dopo la nascita. Il soffio cardiaco è determinato proprio dal passaggio del sangue attraverso il foro. Non sempre l’entità del soffio è proporzionale all’importanza del difetto.
I sintomi sono correlati alla grandezza del foro e possono essere assenti in caso di pervietà di moderata entità. Quando il foro è ampio, è frequente riscontrare, soprattutto dopo il primo mese di vita, difficoltà nell’attività respiratoria, che può presentarsi più frequente e difficoltosa.
Altro segno estremamente importante, secondario alla presenza di un ampio difetto interventricolare, è rappresentato, soprattutto dopo il primo mese di vita, da difficoltà nell’alimentazione e da una crescita ponderale ridotta. Se l’apertura non è ampia non si riscontrano sintomi, perché cuore e polmoni non hanno un surplus di lavoro.
QUANTE TIPOLOGIE ESISTONO?
• Difetto perimembranoso o sottoaortico: è il più frequente, si verifica nell’80% dei casi e nella sezione superiore della parete tra i ventricoli.
• Difetto del setto trabecolato dell’inlet: si verifica nel 5‐20% dei casi e appena sotto la valvola tricuspide nel ventricolo destro e la valvola mitrale nel ventricolo sinistro.
• Difetto del setto infundibolare o sottopolmonare: si verifica nel 5% dei casi.
• Difetto muscolare o apicale: si verifica nel 5-20% dei casi ed è vicino al punto in cui il sangue entra nei ventricoli attraverso le valvole tricuspide e mitrale.
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