Novità sui protocolli di trapianto fecale

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"Molte delle indicazioni, a parte il Clostridium difficile in cui trapianto fecale è stato applicato, hanno dato dei risultati seppur promettenti ma non tanto solidi da poter entrare in pratica clinica così come è successo col Clostridium difficile.
Questo sembra essere dovuto, in base a delle evidenze molto recenti, a un qualche errore in termini metodologici, ovvero noi sappiamo che per il trapianto fecale nel Clostridium difficile è un qualcosa di abbastanza semplice, prendiamo donatore basta che sia sano e questo, a prescindere dalle caratteristiche, ha una efficacia molto molto importante è molto solida in questo tipo di patologia è un modello diciamo molto semplice da un punto di vista microbiologico e clinico.
Tuttavia, quando andiamo ad applicare il trapianto fecale in altre patologie vediamo che alcune variabili relate al protocollo del trapianto fecale, incluso il tipo di donatore, incluso il pretrattamento che viene fatto a questi pazienti, inclusa la dieta che essi seguono, inclusi ad esempio la via di somministrazione e il numero di somministrazioni e la durata nel tempo di queste somministrazioni sembrano essere delle variabili che poi contano nella efficacia clinica.
In generale, sappiamo che l'efficacia clinica è legata a quello che è definito engraftment microbiologico, quindi l'attecchimento del microbiota del donatore nell'intestino del ricevente, e che questo engraftment dipende da una serie di fattori. Ad esempio sappiamo che il donatore ha un suo ruolo, sappiamo che un donatore con una flora, con un microbiota particolarmente benefico secondo alcune parametri clinici, come lo scarso uso di antibiotici, il parto naturale l'allattamento al seno, essere sportivi, fare una dieta ricca di fibre e comunque regolare, il non essere in sovrappeso me normopeso, queste caratteristiche sono predittive di un microbiota sano, e per esempio nell'intestino irritabile hanno fatto sì che si ottenessero degli ottimi risultati.

Esistono dei risultati importanti in studi che hanno utilizzato il trapianto fecale in maniera più prolungata quindi con un numero di infusioni prolungate per favorire il mantenimento di questo engraftment, quindi di questo attecchimento, esistono dei dati preliminari in cui sappiamo che la riduzione della diversità microbica nel paziente prima del trapianto aiutava questo attecchimento, quindi ad esempio fatta tramite l'utilizzo di un pretrattamento antibiotico, e poi abbiamo dei dati che ci dicono che l'utilizzo di una dieta specifica con delle fibre solubili rispetto a fibre insolubili aiuta l'attecchimento e quindi poi anche la risposta clinica in pazienti che hanno sindrome metabolica e vengono sottoposti a trapianto fecale. Questi esempi ci vogliono dire che la strada per rendere il trapianto talmente benefico da avere dei dati talmente forti da poter entrare in pratica clinica non solo per il Clostridium difficile ma anche per altre patologie è ancora lunga ma che piano piano stiamo arrivando a definire il miglior protocollo per ogni patologia."
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Ci auguriamo tutti che questo avvenga via via nel modo benefico. ❤❤

gianlucaodierna