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DallaKleeBenjamin (L'Ultima Luna, da Dallamericaruso 1986)

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Angelus Novus (1920), Paul Klee (1879-1940)
Israel Museum, Gerusalemme
C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della Storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che non può chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta. (Walter Benjamin)
“C'è un'intesa segreta tra le generazioni passate e la nostra. Noi siamo stati attesi sulla Terra.” – dice Walter Benjamin nella II Tesi delle sue celebri di Filosofia della Storia, ultima opera, del 1940.
Dice – se intendo bene – che il mondo a lui contemporaneo è abitato da una (parte della) Umanità alla quale tutto il passato guarda con la speranza, e fondata aspettativa, che porti a compimento il cammino di emancipazione della Civiltà tutta (emancipazione dallo sfruttamento, della violenza, dalla paura, dall'alienazione), e avvii quello ancor più complesso di liberazione della Specie, delle Specie, della Vita in generale (liberazione dalla sofferenza).
E' una concettualizzazione della lotta di classe che introduce elementi messianici nel Materialismo Storico e Dialettico.
Oggi, credo io, nella nostra società defraudata ampiamente di ogni aspetto spirituale (salvo il sopravvivere, e anzi l'alimentarsi da parte del Potere, del marketing delle superstizioni – monoteiste, pagane o atee che siano), la tesi di Benjamin può far sorridere; ma d'altronde è lo stesso concetto di cammino storico purchessia ad esser fuori corso, in un tempo al quale il senso della Storia è stato intenzionalmente essiccato – dal Potere, di nuovo – perché insieme alla coscienza del passato morisse anche una visione alternativa del futuro.
Però nel 1940, a un intelletto potente come il suo – del Benjamin uomo, che pure doveva scappare dall'Europa resa campo di sterminio dall'abominio nazifascista, ma che vi moriva suicida di lì a poco nel tentativo ormai fallito – non fu impossibile guardare oltre un presente nero quanti altri mai; perché il XX Secolo, a vederlo allora, non era solo Hitler ed Henry Ford ma anche Lenin e Gandhi.
“Noi siamo stati attesi sulla Terra”, è – credo – la più bella dichiarazione d'amore di un uomo alla propria generazione.
Tuttavia, guadando all’oggi, rispetto alla visione di Benjamin che cosa è andato storto? E' vero, la stragrande maggioranza degli umani era attesa alla prova della Storia. Dovevamo emanciparci noi, come classe, ed emancipare l'Umanità; dovevamo liberarci noi, come specie, e liberare i viventi tutti.
Ma anche la minoranza del privilegio, della proprietà e del patrimonio, sapeva leggere la Storia – e ci aspettava al varco.
Loro si sono preparati meglio di noi. Anzi, noi quasi per niente.
Siamo stati attesi sulla Terra. Ma appena dietro l'angolo, quei briganti ci hanno accoppato.
Israel Museum, Gerusalemme
C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della Storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che non può chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta. (Walter Benjamin)
“C'è un'intesa segreta tra le generazioni passate e la nostra. Noi siamo stati attesi sulla Terra.” – dice Walter Benjamin nella II Tesi delle sue celebri di Filosofia della Storia, ultima opera, del 1940.
Dice – se intendo bene – che il mondo a lui contemporaneo è abitato da una (parte della) Umanità alla quale tutto il passato guarda con la speranza, e fondata aspettativa, che porti a compimento il cammino di emancipazione della Civiltà tutta (emancipazione dallo sfruttamento, della violenza, dalla paura, dall'alienazione), e avvii quello ancor più complesso di liberazione della Specie, delle Specie, della Vita in generale (liberazione dalla sofferenza).
E' una concettualizzazione della lotta di classe che introduce elementi messianici nel Materialismo Storico e Dialettico.
Oggi, credo io, nella nostra società defraudata ampiamente di ogni aspetto spirituale (salvo il sopravvivere, e anzi l'alimentarsi da parte del Potere, del marketing delle superstizioni – monoteiste, pagane o atee che siano), la tesi di Benjamin può far sorridere; ma d'altronde è lo stesso concetto di cammino storico purchessia ad esser fuori corso, in un tempo al quale il senso della Storia è stato intenzionalmente essiccato – dal Potere, di nuovo – perché insieme alla coscienza del passato morisse anche una visione alternativa del futuro.
Però nel 1940, a un intelletto potente come il suo – del Benjamin uomo, che pure doveva scappare dall'Europa resa campo di sterminio dall'abominio nazifascista, ma che vi moriva suicida di lì a poco nel tentativo ormai fallito – non fu impossibile guardare oltre un presente nero quanti altri mai; perché il XX Secolo, a vederlo allora, non era solo Hitler ed Henry Ford ma anche Lenin e Gandhi.
“Noi siamo stati attesi sulla Terra”, è – credo – la più bella dichiarazione d'amore di un uomo alla propria generazione.
Tuttavia, guadando all’oggi, rispetto alla visione di Benjamin che cosa è andato storto? E' vero, la stragrande maggioranza degli umani era attesa alla prova della Storia. Dovevamo emanciparci noi, come classe, ed emancipare l'Umanità; dovevamo liberarci noi, come specie, e liberare i viventi tutti.
Ma anche la minoranza del privilegio, della proprietà e del patrimonio, sapeva leggere la Storia – e ci aspettava al varco.
Loro si sono preparati meglio di noi. Anzi, noi quasi per niente.
Siamo stati attesi sulla Terra. Ma appena dietro l'angolo, quei briganti ci hanno accoppato.
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