I limiti della psicofarmacologia

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La psicofarmacologia ha i suoi limiti: può lenire i sintomi più acuti di una patologia psico-emotiva ma difficilmente va ad agire sulle cause che la determinano che possono essere situazionali, psicologiche, ambientali, fisiche e questo provoca un possibile iniziale benessere ma presto o tardi il processo patologico alla base, non spento dal farmaco, riesce a prendere il sopravvento di nuovo sull'effimera perturbazione prodotta dalla medicina.
Ancora, la psicofarmacologia affronta i disturbi psichiatrici con la chimica e solo con essa mentre gran parte delle patologie psichiatriche più gravi sono provocate da anomalie del neuro-sviluppo per le quali la chimica può fare ben poco.
Gli psicofarmaci poi, agiscono su tutto il cervello e non sono in grado di agire solo sulle sue parti "malate": vanno pertanto ad agire anche su parti del cervello che non avrebbero bisogno di essere perturbate. Ad esempio, i neurolettici abbassano il tono di tutti i circuiti dopaminergici ma nella schizofrenia ad esempio il tono dopaminergico prefrontale andrebbe potenziato e non affievolito e lo stesso vale per i circuiti dopaminergici più profondi preposti al movimento che, se rallentati possono dare sindromi simil-parkinsoniane. Ancora, un altro limite della psicofarmacologia è dovuto alla modalità di interazione tra farmaco e cervello: fisiologicamente le modificazioni neurochimiche cerebrali avvengono a raffiche, successivamente a stimoli ambientali o situazionali mentre lo psicofarmaco agisce in modo rigido, non modulato sulla necessità del momento imponendo al cervello una concentrazione alta di principio attivo all'assunzione via via decrescente col passare delle ore, il tutto scollegato dalle esigenze fisiologiche del cervello.
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Комментарии
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È chiaro che il miglior farmaco non può superare la nostra volontà la nostra determinazione, ma una buona psicoterapia e i farmaci giusti e soprattutto un bravo e serio specialista può sicuramente aiutarci.

danielemarconi
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Buongiorno Dott. Mercuri, grazie per la sua riflessione, che condivido, in relazione a ciò che ha detto penso che possano interessare anche a lei gli scritti del Professor Jean- Claude Larchet, che trattano della relazione tra malattie psichiche e malattie spirituali, ....sicuramente un ulteriore punto di vista da prendere in considerazione, considerando i limiti intrinseci dei farmaci e la complessità dell' essere umano.
Grazie per la condivisione di questi argomenti e buona giornata.

alessandracera
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Buongiorno dottore. Grazie per questa riflessione. Giusta. Quello che mi chiedo è perché io debba prendere antidepressivo e ansiolitico da una vita ormai, a causa di uno stato di lutto interiore che si è cronicizzato dopo continui lutti. Razionalmente me ne faccio una ragione, ma non è sufficiente purtroppo. Un saluto. Buon Natale.

albertamattoli
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Si, una concomitanza di cause..forse uno stress psicologico che sconvolge la funzionalità biochimica del cervello ma non solo, dato che siamo più della somma delle nostre parti

silvanocattaruzza
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Ho l'impressione che questo più che condivisibile discorso, purtroppo, sia attinente anche alla farmacologia in generale, l'approccio è sempre sul sintomo e raramente si indagano le cause (n.d.r.) il farmaco può risolvere situazioni acute e salva vite, di curare patologie, proprio non se ne parla! p.s. proprio nel suo campo, il lito risulta avere effetti "miracolosi" su diversi disturbi psichiatrici, vedi il bipolarismo, certo somminestrare una molecola di cui non si conosce bene come agisce e con piccolo margine tra la dose utile e la sua tossicità, forse non è esattamente l'approccio migliore?

claudiocapelli
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Bella riflessione...ne parlavo mesi addietro con una mia amica che non e psichiatra ma medico ..stesse conclusioni..grazie.

pietrogiusti
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E quando la psicoterapia o addirittura l'ipnosi che scava più approfonditamente nella psiche (considerando poi che certe persone sono resistenti al farsi indurre in stato di ipnosi e non certo per propria volontà), cosa bisogna fare?

giancarlobonfanti
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capisco perche il faxilex non funziona....e lo prendo gia da due mesi

opendrive
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Dott cosa intende quando afferma che il cervello torna all equilibrio, cioè che tornerà alla condizione prima della depressione . Oggi molti medici affermano che la prolattina bassa e indice di Depressione, cosa ne pensa lei ? Se fosse vero sarebbe misurabile come per altre patologie come ad esempio il Diabete

Giopesci
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