Ultime scoperte al sito romano di Lio Piccolo: l'antico magazzino del sale nella Laguna di Venezia

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Le ultime scoperte alla villa marittima romana di Lio Piccolo (Cavallino Treporti - Venezia) sono concentrate sulla parte produttiva della villa stessa. In particolare l'ipotesi di lavoro di Diego Calaon e Daniela Cottica è focalizzata sulla funzione di un grande edificio su pali di legno che potrebbe essere un grande magazzino del sale in una zona da sempre vocata a questa produzione, come attesta anche il toponimo "Le Saline".

Lo scavo, nell'ambito del progetto Vivere d'Acqua, con l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, continua ad indagare quella particolare zona di confine tra laguna e terra che era tutt'altro che "disabitata" o improduttiva in epoca romana, e che faceva perno attorno alla fiorente città di Altino. Lio Piccolo era uno dei punti avanzati della città romana, lungo quella che all'epoca era la sua costa.
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Комментарии
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Continuo a ripetere che se esistesse un premio per il migliore canale di informazione su questa piattaforma, ArchaeoReporter lo dovrebbe vincere!!

matteobrunetti
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Bellissimo ed interessantissimo video!

hinosaki
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Adesso si sa di sicuro ce roma era, di casa, in venezia, , ci abitavano, vivevano, ed erano con noi i nostri bravi romani, ci hanno lasciato cose da, toccare e vedere, con mani e occhi, e una cosa meravigliosa, , ora, dopo tant parole, or la sicurezza, esce, con tutta la verita, abbiamo vissuto con loro a gomito, gomito, , e dopo tante polemiche, venezia e sorta insieme a loro, e una, cosa, che riempie di orgoglio, che bello speriamo che piu avanti si scava esca delle cose meravigliose

nicolopolo
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Bellissimo ed interessante, grazie. Una domanda: se all'epoca i fiumi non erano ancora stati deviate dal deflusso in laguna, la stessa doveva avere un acqua prevalentemente dolce. Come potevano produrre sale in un ambiente salmastro?

insensofare
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Mi permetto una piccola precisazione, da geologo del Basso Piave..L'uso dei pali di fondazione era ed è finalizzato allo scarico dei pesi (ad esempio: di fabbricati da realizzare) in uno strato portante (ad esempio: caranto o sabbia) che attraversa livelli coesivi e cedevoli. Non si trattava dunque di necessità d'impermeabilizzare il legno del palo in quercia secolare, perché l'argilla fine circostante (ubiquitaria dalle nostre parti) oppone una nulla resistenza alle azioni dei nuovi carichi.

DonatellaBarbazza
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Si ascolta racconti di gente che sembra appena scesa da una specie di macchina del tempo.

Magarik
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Ho individuato una vasta area ricca di reperti romani in una zona non conosciuta . A chi devo rivolgermi?

robertosemenzato