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Allontanamento dalla casa coniugale prima della separazione: si può fare?
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Voglio andarmene da questa casa. Non ne posso più, ma mi è stato detto che non posso. Se vado via prima di avere la separazione legale rischio l’addebito.
E’ vero tuto questo?
Come si può interrompere una coabitazione coniugale che non è più sopportabile senza farsi del male e senza correre rischi?
Scopriamolo insieme in questo video!
Ciao, sono Rita Rossi, avvocato familiarista, assisto legalmente le persone che si separano.
Sorvoliamo sul fatto, noto a tutti, che la coabitazione sotto lo stesso tetto è un preciso obbligo nascente dal matrimonio. Le coppie non sposate non hanno questo vincolo.
E per prima cosa sfatiamo subito un falso mito: se lasci la casa coniugale e vai a vivere altrove prima di esserti separato legalmente, non rischi l’addebito della separazione soltanto per questo.
Infatti, l’addebito potrebbe essere pronunciato nella sentenza finale soltanto se il tuo coniuge ti fa causa, cioè inizia una separazione giudiziale, chiedendo e dimostrando che tu hai causato la crisi del matrimonio con la tua iniziativa di andartene da casa.
Il più delle volte, credimi, la separazione si può definire consensualmente. E in tal caso il rischio dell’addebito svanisce sul nascere.
Inoltre, quand’anche l’altro ti faccia causa per ottenere l’addebito, dovrà dimostrare che tu te ne sei andato via da casa in un momento del tutto inaspettato, in cui la vostra vita matrimoniale era un idillio. Ma se tra voi c’erano già problemi, allora l’essere usciti da casa non basta per subire l’addebito.
Ipotizziamo, comunque, che effettivamente il tuo coniuge riesca a dimostrare tutto quanto sopra e che il giudice addebiti a te la separazione. Ebbene, in questo caso estremo, l’addebito comporterà a Tuo carico tre conseguenze che potrebbero anche non essere negative nel caso specifico. Ne parlo in un altro video. In parole povere, quand’anche l’addebito venga pronunciato a tuo carico, non è detto che ne derivino conseguenze negative per te.
Ad ogni modo, ammetto che sia pur sempre preferibile non rischiare per nulla quanto sopra.
Ecco, allora, ti indico i modi per porre fine alla coabitazione senza correre alcun rischio:
1. Consenso del coniuge.
Chiedi a Tuo marito o a Tua moglie di venire autorizzato ad andartene, dato che la vita in casa insieme non è più sostenibile e a lungo andare potreste farvi del male.
Se l’altro acconsente, scrivete due righe in cui, appunto, vi date atto reciprocamente della impossibilità di continuare a vivere insieme e concordate sul fatto che uno dei due lasci la casa.
Se ci sono figli minorenni, però, le cose sono più delicate, visto che i genitori hanno un dovere di assistenza morale e materiale verso i figli. Ne parlo in un prossimo video.
2. L’autorizzazione dell’altro coniuge non sarà invece necessaria nel caso in cui la vita in famiglia sia divenuta gravemente intollerabile a causa dei suoi comportamenti violenti. Parlo della violenza sia morale sia fisica. In questi casi in realtà è possibile anche ottenere dal giudice un provvedimento che ordina al tuo coniuge di andarsene da casa. Si chiama ordine di protezione o di allontanamento.
Tuttavia, se preferisci andartene tu, puoi farlo. Ti consiglio, in ogni caso, di lasciare traccia scritta del motivo per il quale te ne vai: quindi, scrivigli una lettera, una mail in cui comunichi che te ne vai proprio a causa dei suoi comportamenti violenti.
In alternativa alla comunicazione scritta puoi incaricare il tuo avvocato di depositare il ricorso per separazione giudiziale: una volta depositato il ricorso potrai lasciare l’abitazione coniugale, senza bisogno di aspettare l’autorizzazione del giudice.
In definitiva e ricapitolando, per porre fine alla convivenza coniugale prima di essere separati legalmente occorre o il benestare dell’altro o una giusta causa di allontanamento.
In tutti i casi, ricorda, gli altri doveri coniugali vanno comunque rispettati e tra questi, in particolare l’obbligo di assistenza materiale. Far mancare i mezzi di sostentamento alla famiglia costituisce, infatti un grave reato.
Spero di esserti stata utile e ricordati di iscriverti al mio canale se ancora non l’hai fatto, seguimi anche sui canali social Facebook e Instagram.
Visita il mio sito, troverai il link di seguito, e contattami se hai dei dubbi.
A presto, ciao!
#RitaRossi #AvvocatoFamiliarista #SeparazioneConiugi
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Voglio andarmene da questa casa. Non ne posso più, ma mi è stato detto che non posso. Se vado via prima di avere la separazione legale rischio l’addebito.
E’ vero tuto questo?
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Ciao, sono Rita Rossi, avvocato familiarista, assisto legalmente le persone che si separano.
Sorvoliamo sul fatto, noto a tutti, che la coabitazione sotto lo stesso tetto è un preciso obbligo nascente dal matrimonio. Le coppie non sposate non hanno questo vincolo.
E per prima cosa sfatiamo subito un falso mito: se lasci la casa coniugale e vai a vivere altrove prima di esserti separato legalmente, non rischi l’addebito della separazione soltanto per questo.
Infatti, l’addebito potrebbe essere pronunciato nella sentenza finale soltanto se il tuo coniuge ti fa causa, cioè inizia una separazione giudiziale, chiedendo e dimostrando che tu hai causato la crisi del matrimonio con la tua iniziativa di andartene da casa.
Il più delle volte, credimi, la separazione si può definire consensualmente. E in tal caso il rischio dell’addebito svanisce sul nascere.
Inoltre, quand’anche l’altro ti faccia causa per ottenere l’addebito, dovrà dimostrare che tu te ne sei andato via da casa in un momento del tutto inaspettato, in cui la vostra vita matrimoniale era un idillio. Ma se tra voi c’erano già problemi, allora l’essere usciti da casa non basta per subire l’addebito.
Ipotizziamo, comunque, che effettivamente il tuo coniuge riesca a dimostrare tutto quanto sopra e che il giudice addebiti a te la separazione. Ebbene, in questo caso estremo, l’addebito comporterà a Tuo carico tre conseguenze che potrebbero anche non essere negative nel caso specifico. Ne parlo in un altro video. In parole povere, quand’anche l’addebito venga pronunciato a tuo carico, non è detto che ne derivino conseguenze negative per te.
Ad ogni modo, ammetto che sia pur sempre preferibile non rischiare per nulla quanto sopra.
Ecco, allora, ti indico i modi per porre fine alla coabitazione senza correre alcun rischio:
1. Consenso del coniuge.
Chiedi a Tuo marito o a Tua moglie di venire autorizzato ad andartene, dato che la vita in casa insieme non è più sostenibile e a lungo andare potreste farvi del male.
Se l’altro acconsente, scrivete due righe in cui, appunto, vi date atto reciprocamente della impossibilità di continuare a vivere insieme e concordate sul fatto che uno dei due lasci la casa.
Se ci sono figli minorenni, però, le cose sono più delicate, visto che i genitori hanno un dovere di assistenza morale e materiale verso i figli. Ne parlo in un prossimo video.
2. L’autorizzazione dell’altro coniuge non sarà invece necessaria nel caso in cui la vita in famiglia sia divenuta gravemente intollerabile a causa dei suoi comportamenti violenti. Parlo della violenza sia morale sia fisica. In questi casi in realtà è possibile anche ottenere dal giudice un provvedimento che ordina al tuo coniuge di andarsene da casa. Si chiama ordine di protezione o di allontanamento.
Tuttavia, se preferisci andartene tu, puoi farlo. Ti consiglio, in ogni caso, di lasciare traccia scritta del motivo per il quale te ne vai: quindi, scrivigli una lettera, una mail in cui comunichi che te ne vai proprio a causa dei suoi comportamenti violenti.
In alternativa alla comunicazione scritta puoi incaricare il tuo avvocato di depositare il ricorso per separazione giudiziale: una volta depositato il ricorso potrai lasciare l’abitazione coniugale, senza bisogno di aspettare l’autorizzazione del giudice.
In definitiva e ricapitolando, per porre fine alla convivenza coniugale prima di essere separati legalmente occorre o il benestare dell’altro o una giusta causa di allontanamento.
In tutti i casi, ricorda, gli altri doveri coniugali vanno comunque rispettati e tra questi, in particolare l’obbligo di assistenza materiale. Far mancare i mezzi di sostentamento alla famiglia costituisce, infatti un grave reato.
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