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I quasar e la radiazione di fondo nei raggi X - Giovanni Zamorani
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Giovanni Zamorani affronta i temi della "Radiazione di fondo X" e dei "Quasar", proprio in occasione dei sessant'anni dalla loro scoperta.
Al centro di quasi ogni galassia esiste un buco nero massiccio, la cui massa può anche essere superiore al miliardo di masse solari e, almeno nell'universo locale, si è visto che la massa di questo buco nero scala approssimativamente con la massa delle stelle della galassia che lo ospita.
Una frazione non grande di questi buchi neri è attiva, cioè "accresce materia", e in questo processo trasforma l'energia gravitazionale in radiazione. La radiazione viene emessa attraverso processi sia termici che non termici e la quantità di radiazione emessa è approssimativamente costante su un ampio intervallo di frequenze: dell'infrarosso fino ai raggi X.
La forte emissione, che proviene dalla regione nucleare, può essere anche un miliardesimo del volume della galassia, rendendo difficile la rivelazione della galassia sottostante.
Nei primi anni 60 si era visto che parecchie radiosorgenti avevano come controparte ottica (nelle nelle lastre ottiche), immagini stellari che si pensava fossero stelle anomale, con una forte emissione radio. Fino a quando Martin Schmidt nel '63 pubblicò un articolo in cui, sulla base di uno spettro preso al Monte Palo, trovò che un oggetto stellare, che si pensava essere una stella, invece era la regione nucleare di una galassia con un redshift cosmologico.
Dai Quasar alla radiazione di fondo in banda X, scoperta nel 1962, quando Giacconi e i suoi collaboratori lanciarono un razzo che, nel suo volo di 10 minuti, avrebbe dovuto rivelare i raggi X dalla luna. La missione non riuscì, ma portò a due importanti scoperte: la scoperta della prima sorgente di raggi X fuori dal sistema solare e una radiazione che proveniva da tutte le direzioni.
Questo fu il primo contributo fondamentale di Giacconi all'astronomia a Raggi X. Ne seguirono molti altri negli anni successivi e nel 2002 ottenne per questi contributi il Premio Nobel per la Fisica.
Giovanni Zamorani è socio Linceo e già Astronomo Ordinario presso l'Osservatorio Astronomico di Bologna
Conferenza del 21 aprile 2023
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Al centro di quasi ogni galassia esiste un buco nero massiccio, la cui massa può anche essere superiore al miliardo di masse solari e, almeno nell'universo locale, si è visto che la massa di questo buco nero scala approssimativamente con la massa delle stelle della galassia che lo ospita.
Una frazione non grande di questi buchi neri è attiva, cioè "accresce materia", e in questo processo trasforma l'energia gravitazionale in radiazione. La radiazione viene emessa attraverso processi sia termici che non termici e la quantità di radiazione emessa è approssimativamente costante su un ampio intervallo di frequenze: dell'infrarosso fino ai raggi X.
La forte emissione, che proviene dalla regione nucleare, può essere anche un miliardesimo del volume della galassia, rendendo difficile la rivelazione della galassia sottostante.
Nei primi anni 60 si era visto che parecchie radiosorgenti avevano come controparte ottica (nelle nelle lastre ottiche), immagini stellari che si pensava fossero stelle anomale, con una forte emissione radio. Fino a quando Martin Schmidt nel '63 pubblicò un articolo in cui, sulla base di uno spettro preso al Monte Palo, trovò che un oggetto stellare, che si pensava essere una stella, invece era la regione nucleare di una galassia con un redshift cosmologico.
Dai Quasar alla radiazione di fondo in banda X, scoperta nel 1962, quando Giacconi e i suoi collaboratori lanciarono un razzo che, nel suo volo di 10 minuti, avrebbe dovuto rivelare i raggi X dalla luna. La missione non riuscì, ma portò a due importanti scoperte: la scoperta della prima sorgente di raggi X fuori dal sistema solare e una radiazione che proveniva da tutte le direzioni.
Questo fu il primo contributo fondamentale di Giacconi all'astronomia a Raggi X. Ne seguirono molti altri negli anni successivi e nel 2002 ottenne per questi contributi il Premio Nobel per la Fisica.
Giovanni Zamorani è socio Linceo e già Astronomo Ordinario presso l'Osservatorio Astronomico di Bologna
Conferenza del 21 aprile 2023
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