Processo Agostino, Galatolo: 'Mio cugino Angelo vide Agostino all'Addaura, e perse il telecomando'

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"Mio cugino Angelo vide Agostino all'Addaura, e perse il telecomando"

“A Fondo Pipitone venivano tutti. Venivano latitanti, carabinieri, uomini dei servizi segreti come Bruno Contrada e Giovanni Aiello (alias “Faccia da mostro”, ndr), ma anche il Questore di Palermo Arnaldo La Barbera o agenti di Polizia come Nino Agostino ed Emanuele Piazza. Da Fondo Pipitone partiva tutto”. È quanto testimoniato stamane dal collaboratore di giustizia Vito Galatolo (ex boss dell’Acquasanta) dinnanzi all Corte d'Assise di Palermo, presieduta da Sergio Gulotta, nell'ambito del processo sul duplice omicidio Agostino-Castelluccio, che vede imputati il boss Gaetano Scotto, accusato di duplice omicidio aggravato in concorso, e Francesco Paolo Rizzuto, accusato di favoreggiamento.
La storia di mafia vissuta a Fondo Pipitone - o Vicolo -, i personaggi che lo frequentavano (istituzionali e non, ndr), il fallito attentato all’Addaura e quella presenza di Nino Agostino, che avrebbe spaventato uno degli autori, addirittura facendogli perdere il telecomando.
Sono stati solo alcuni dei temi affrontati durante la deposizione. Il tutto in un’aula bunker particolarmente gremita di spettatori, molti dei quali giovani appartenenti all’Associazione Our Voice presenti in quanto società civile.
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