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Papa Giulio II - Il papa terribile
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Giuliano della Rovere era nato ad Albisola il 5 dicembre 1443 e aveva
fatto carriera grazie alla protezione dello zio, papa Sisto IV. Quando fu
eletto nel conclave con il nome di Giulio II, il nuovo
pontefice tenne un discorso che aveva la pretesa di prendere le distanze
dalla condotta morale e dalla politica dei Borgia. Ma una volta indossata la
tiara, il suo stile non fu molto diverso da quello del papa spagnolo.
Giulio II aveva infatti una famiglia numerosa, composta da diversi figli
illegittimi avuti da più amanti. Beveva moltissimo, imprecava
continuamente, praticava la sodomia, era malato di sifilide e a causa della
sua passione per la guerra era soprannominato «il Terribile». Quando era
ancora cardinale, aveva avuto tre figlie. Durante il pontificato di
Alessandro VI, il suo peggior nemico, si era nascosto in Francia.
Dopo la morte di papa Borgia e il breve pontificato di Pio III, Giulio II
aveva pagato per farsi eleggere papa e non appena ebbe occupato la
cattedra di Pietro stabilì una norma secondo la quale, se un cardinale fosse
stato dichiarato colpevole di corruzione durante il conclave, sarebbe stato
espulso dal Collegio cardinalizio e dalla Chiesa. La fama di alcolizzato del
nuovo papa era tale che perfino l'imperatore Massimiliano I d'Asburgo
disse di lui: «Giulio è un papa ubriacone, malvagio e immorale». Tuttavia
era ancora più diffusa la sua fama di sodomita.
Il cronista veneziano Girolamo Priuli scrisse:
«Si accompagnava ai suoi ganimedi, cioè bellissimi giovani,
con i quali si diceva pubblicamente
avesse rapporti carnali in cui era passivo e si dilettava molto di questo
vizio gomorreo».
Tutti gli storici concordano nell'affermare che il papa era
molto aperto in tema di piaceri, tanto che il 2 luglio 1510 firmò un decreto
che stabiliva la creazione di postriboli maschili in cui i giovani potessero
esercitare il proprio particolare «mestiere».
Una quarta parte del denaro guadagnato doveva essere destinata a conventi e monasteri.
Ma quello che più attraeva Giulio II non era né la buona tavola, né l'arte, né i culi dei giovanotti, ma la guerra.
Si dice che quando Michelangelo ebbe terminato un suo ritratto, il papa gli avesse chiesto:
«Cos'è quella cosa che ho sottobraccio?»
Il pittore aveva risposto: «Un libro». Allora il papa disse: «Che so io di libri?
Metti al suo posto una spada, che di questo sì che so».
Giulio II era un prosseneta, un sifilitico, un sodomita, un pederasta, un tiranno e un assassino,
ma grazie a lui Roma divenne il centro del Rinascimento italiano, poiché vi furono accolti, sotto la protezione del papa,
i migliori artisti del tempo.
Giulio II morì la sera del 21 febbraio 1513,
probabilmente a causa della sifilide. Dal 1508 il maestro di cerimonie del papa esonerava i nobili in visita dal baciare i piedi di Sua Santità, poiché i
segni della sifilide erano già visibili in quella parte del corpo.
fatto carriera grazie alla protezione dello zio, papa Sisto IV. Quando fu
eletto nel conclave con il nome di Giulio II, il nuovo
pontefice tenne un discorso che aveva la pretesa di prendere le distanze
dalla condotta morale e dalla politica dei Borgia. Ma una volta indossata la
tiara, il suo stile non fu molto diverso da quello del papa spagnolo.
Giulio II aveva infatti una famiglia numerosa, composta da diversi figli
illegittimi avuti da più amanti. Beveva moltissimo, imprecava
continuamente, praticava la sodomia, era malato di sifilide e a causa della
sua passione per la guerra era soprannominato «il Terribile». Quando era
ancora cardinale, aveva avuto tre figlie. Durante il pontificato di
Alessandro VI, il suo peggior nemico, si era nascosto in Francia.
Dopo la morte di papa Borgia e il breve pontificato di Pio III, Giulio II
aveva pagato per farsi eleggere papa e non appena ebbe occupato la
cattedra di Pietro stabilì una norma secondo la quale, se un cardinale fosse
stato dichiarato colpevole di corruzione durante il conclave, sarebbe stato
espulso dal Collegio cardinalizio e dalla Chiesa. La fama di alcolizzato del
nuovo papa era tale che perfino l'imperatore Massimiliano I d'Asburgo
disse di lui: «Giulio è un papa ubriacone, malvagio e immorale». Tuttavia
era ancora più diffusa la sua fama di sodomita.
Il cronista veneziano Girolamo Priuli scrisse:
«Si accompagnava ai suoi ganimedi, cioè bellissimi giovani,
con i quali si diceva pubblicamente
avesse rapporti carnali in cui era passivo e si dilettava molto di questo
vizio gomorreo».
Tutti gli storici concordano nell'affermare che il papa era
molto aperto in tema di piaceri, tanto che il 2 luglio 1510 firmò un decreto
che stabiliva la creazione di postriboli maschili in cui i giovani potessero
esercitare il proprio particolare «mestiere».
Una quarta parte del denaro guadagnato doveva essere destinata a conventi e monasteri.
Ma quello che più attraeva Giulio II non era né la buona tavola, né l'arte, né i culi dei giovanotti, ma la guerra.
Si dice che quando Michelangelo ebbe terminato un suo ritratto, il papa gli avesse chiesto:
«Cos'è quella cosa che ho sottobraccio?»
Il pittore aveva risposto: «Un libro». Allora il papa disse: «Che so io di libri?
Metti al suo posto una spada, che di questo sì che so».
Giulio II era un prosseneta, un sifilitico, un sodomita, un pederasta, un tiranno e un assassino,
ma grazie a lui Roma divenne il centro del Rinascimento italiano, poiché vi furono accolti, sotto la protezione del papa,
i migliori artisti del tempo.
Giulio II morì la sera del 21 febbraio 1513,
probabilmente a causa della sifilide. Dal 1508 il maestro di cerimonie del papa esonerava i nobili in visita dal baciare i piedi di Sua Santità, poiché i
segni della sifilide erano già visibili in quella parte del corpo.
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