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VIVI BORGOMANERO: La ricette dei Brutti ma Buoni, storico dolce di Borgomanero
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Lidio Duella presenta (Pasticceria Agabio di Borgomanero):
Brutti ma buoni
La storia dei Brutti ma buoni, dolci tipici della città
Nel febbraio 2017, nasce per volontà della Pro Loco e di altri pensatori locali, il Re Brutto ma Buono, e la Regina Zabeta. I personaggi furono interpretati da Giuseppe De Gasperis (riserva della Sciora Togna durante la Sagra dell’Uva) e da Mary Vercelli, erede dei tredici orchi (otto uomini e cinque donne) che fondarono Borgomanero.
Il debutto avvenne ufficialmente con una manifestazione in piazza, coronata dai pasticceri cittadini, il sabato grasso. La consacrazione avvenne il fatidico Lunzon, lunedì grasso, vera e propria tradizione di Borgomanero.
Re e Regina visitarono i ristoranti nei quali si festeggiava il Lunzon, la cui tradizione si perde nella notte dei tempi. Pare che il Carnevale disturbasse le cerimonie religiose; i borgomaneresi così pensarono di festeggiarlo il giorno prima. Così è ancora oggi.
La denominazione “Brutto ma buono”, deriva dal dolce tipico della città, creato, casualmente, con chiara d’uovo e zucchero. La scoperta risale al 1869, quando l’allora pasticcere Viganotti, emigrato dal varesotto, approdò a Borgomanero in corso Mazzini, aprendo un negozio di dolci.
Durante il lavoro mattutino il Viganotti, che sarà premiato con medaglia d’oro nel 1905 alla 22° esposizione Internazionale di Parigi de “Culinarie d’alimentation e d’Hygiene” ai Jardin des Tuileries, urtò inavvertitamente uova e zucchero.
Nacque così il brutto ma buono che ancora oggi è un vanto dei pasticceri borgomaneresi.
Brutti ma buoni
La storia dei Brutti ma buoni, dolci tipici della città
Nel febbraio 2017, nasce per volontà della Pro Loco e di altri pensatori locali, il Re Brutto ma Buono, e la Regina Zabeta. I personaggi furono interpretati da Giuseppe De Gasperis (riserva della Sciora Togna durante la Sagra dell’Uva) e da Mary Vercelli, erede dei tredici orchi (otto uomini e cinque donne) che fondarono Borgomanero.
Il debutto avvenne ufficialmente con una manifestazione in piazza, coronata dai pasticceri cittadini, il sabato grasso. La consacrazione avvenne il fatidico Lunzon, lunedì grasso, vera e propria tradizione di Borgomanero.
Re e Regina visitarono i ristoranti nei quali si festeggiava il Lunzon, la cui tradizione si perde nella notte dei tempi. Pare che il Carnevale disturbasse le cerimonie religiose; i borgomaneresi così pensarono di festeggiarlo il giorno prima. Così è ancora oggi.
La denominazione “Brutto ma buono”, deriva dal dolce tipico della città, creato, casualmente, con chiara d’uovo e zucchero. La scoperta risale al 1869, quando l’allora pasticcere Viganotti, emigrato dal varesotto, approdò a Borgomanero in corso Mazzini, aprendo un negozio di dolci.
Durante il lavoro mattutino il Viganotti, che sarà premiato con medaglia d’oro nel 1905 alla 22° esposizione Internazionale di Parigi de “Culinarie d’alimentation e d’Hygiene” ai Jardin des Tuileries, urtò inavvertitamente uova e zucchero.
Nacque così il brutto ma buono che ancora oggi è un vanto dei pasticceri borgomaneresi.