Il Sogno di Ilse - Nekyia - 02 - Barad-Dûr

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L’inizio di un nuovo viaggio…
Il viaggio di “Maschere Nude” si era chiuso con la rievocazione del mito di Persephone. Ma, prima di tornare al nostro Giardino Selvaggio, dovevamo vagare altre vie. Dovevamo seguire la nostra “Nekyia”, una discesa nei regni inferi che abbiamo dentro e che dentro possiede ognuno. Dovevamo intraprendere un viaggio notturno che avesse in sé tutta la bellezza, il dolore, la catarsi, la sacralità della tragedia; e di lì tornare al Sogno e serbare intatta, pulsante, bellissima e sofferta la nostra capacità, volontà di sognare.
Questo nuovo percorso si apre dalla fortezza di Barad-dûr, luogo di tolkeniana memoria, dove il male si annida dall’ombra dei tempi antichi. Non potevamo che partire da qui, da questa torre orlata di nebbia che equivale, nell’economia di questo mondo immaginario, alla bocca senza vita dell’Averno. Senza vita, ma non senza memoria. Di qui siamo discesi alla nostra “Nekyia”, per vagare, sotto gli auspici di Persephone, le terre dell’Ade e rievocare di lì le nostre ombre più nascoste. Avremmo potuto scegliere una strada più luminosa: ma quella strada non sarebbe stata la nostra. Poiché, come sempre rivelano i Sogni, in ogni animo si cela un dolore che nasce dalla comprensione. La dea Persephone innalza il tradimento alla dolcezza del melograno. Regina, con gli Antichi Dei, anima il Giardino. La sua voce sussurra – quale pudico comando!- e prescrive altre vie, vie antiche e nuove per ogni passo che le percorra. La mano bianca punge l’orizzonte. Quale visione? Barad–dûr si solleva, dente aguzzo che trapassa la vista, e nella sua pancia -come sempre nel ventre- si annidano Chimere di orrida bellezza… Come a dire che il mostro partorito dal tempo antico ci spalanca la bocca e Persphone, di là, gonfia la voce di fanciulla per schiarire il cammino.
L’Averno si spalanca come soglia di un bosco sacro e là, sotto un albero antico che spande le braccia annose, i Sogni, in grappoli possenti, vivificano i vacui regni al di sotto della coscienza. In una danza di luce crepuscolare prende avvio questo viaggio. Le confessioni d’un animo inquieto, quale quello della nostra Ilse, si mescolano e si mutano in immagine e suono: ecco, allora, che il Giardino può mutarsi nel grembo di un Sanatorio e là ogni cosa diviene possibile. Che una fata passeggi celando il sole con un ombrello bianco, che un Conte si reinventi mago e tragga il suo matto dal cappello; che un Cavaliere si ritrovi a trafiggere il tempo, che un Poeta riversi, senza inchiostro, i suoi pensieri di trasfigurazione; il sorriso più innocente d’una fattucchiera, lo sguardo conoscitore d’un custode che ha visto troppo; il volto segnato di chi le verità le ha sempre inventate e le ha rese teatro per poterle ridire. Tutto si chiude con la sola coscienza che dalla corruzione nasca la vera bellezza. Il nostro viaggio ha inizio per cercare quella bellezza autentica e sognata che si mescola all’orrore. Quella dell’anima, della follia, dell’amore che, come Dio e l’anima, è bello è terribile. Ricordate quel che dissero gli antichi: la follia è divina! Poiché la vita nasce dalla morte, era da qui che dovevamo partire. Da Barad-dûr, dall’Averno, dall’abisso più profondo; ma con l’occhio rivolto ad est, dove sempre nasce una nuova aurora…

CREDITS:
Regia: Francesco Raia, Rita Saviano
Produzione: Spingitori di Cavalieri Production
Soggetto e sceneggiatura: Rita Saviano, Egon Viqve, Francesco Raia

Music:
Batteria: Mario Pedron
Basso: Marco Mezzapesa
Chitarra: Francesco Raia
Chitarra: Egon Viqve
Testo, Voce, Metallofono: Rita Saviano

Cast:
Il Custode: Domenico Ginosa
Il Capocomico: Andrea Miranda
Il Conte/Cappellaio: Egon Viqve
Il Cavaliere: Francesco Raia
La Fattucchiera: Ilaria Mariani
La Fata: Sabrina D’Antonio
Il Poeta: Alessio Saviano
Ilse: Rita Saviano
Corpo Di Ballo: Rita Saviano, Anna Scuotto, Maria Crispo, Sara Guardato

Crew:
Direttore Della Fotografia: Francesco Raia
Assistenti Regia: Rita Saviano, Egon Viqve
Assistente Camera: Rita Saviano, Egon Viqve
Scenografie: Il Sogno Di Ilse
Make Up: Rita Saviano, Sabrina D’Antonio
Costumi: Il Sogno Di Ilse
Coreografie: Rita Saviano

Editing:
Montaggio: Francesco Raia
Post Produzione: Francesco Raia

Audio:
Audio recorded and mixed by Egon Viqve & Antonio Ammirati (Sound83)
Mastered by Egon Viqve & Antonio Ammirati
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Комментарии
Автор

siete dei pazzi visionari... però mi piace

fabiourb
Автор

...il matto è nel cappello...prendetelo!! DECAPPELLIZZATELO!!!!

egonviqve
welcome to shbcf.ru