Istruzione: per una scuola più consapevole

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Quello che noi come Drin Drin proponiamo, è una sintesi ragionata di diversi modelli internazionali, adattata alla realtà e alle specificità dell'Italia, per costruire un sistema equilibrato e consapevole .
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Рекомендации по теме
Комментарии
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Da ex studente del classico e ora docente di chimica in UK, sono d'accordo su tutta la linea. Il modello di scuola descritto da Michele è esattamente quello britannico, che ha il grande vantaggio di fare scegliere più tardi ai ragazzi il loro percorso. Cultura classica per le elite è solo una forma di self-selection, dura a morire.

emifuc
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Sono insegnante di sostegno alle medie... Se il drin drin ha successo sono fregato 😬. Scherzi a parte, massima solidarietà al progetto!

giovannigarattini
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Che dire, finalmente qualcuno che propone un modello di riforma del sistema scolastico italiano sensato e assolutamente realizzabile. Dalla mia esperienza di docente di discipline meccaniche in un ITIS, posso confermare praticamente tutto quello che è stato detto in questo video e nel precedente, in particolare il fatto che la scelta del percorso scolastico è troppo precoce e vincolante rispetto alle future scelte formative o di impiego. Personalmente articolerei il percorso in questo modo (interamente scuola dell’obbligo):
• Scuola primaria (durata 6 anni, da 6 a 12 anni di età): simile alle elementari odierne, con potenziamento della lingua inglese e dell’informatica.
• Scuola secondaria non differenziata (durata 4 anni, da 12 a 16 anni di età): in cui si affrontano tutte le discipline di base, con la possibilità di scelta di personalizzare parzialmente il percorso di studi in base alle proprie inclinazioni.
• Scuola secondaria di specializzazione (durata 2 anni, da 16 a 18 anni di età): in cui non esistono le “sezioni” odierne ma dei corsi suddivisi in moduli, (ad esempio corso di Elettrotecnica 1, corso di Matematica Applicata, corso di Laboratorio di Chimica Organica, …), che lo studente può organizzare a piacimento in base a quello che vorrà fare in futuro, magari con un sistema a crediti su modello universitario.
Segue poi, a scelta, l’ingresso diretto nel mondo del lavoro, un corso ITS o un percorso universitario.
Aggiungo che in tutti i gradi ci dovrebbe essere il tempo pieno (8 ore) e la mensa scolastica e che i docenti dovrebbero essere sempre presenti a scuola, a disposizione degli studenti; così facendo, i famigerati compiti per casa non sarebbero più necessari e lo studente si potrebbe dedicare ad altre attività più o meno “ludiche”.
Chiaramente non sarebbe una riforma a costo zero, anzi richiederebbe investimenti consistenti per: adeguamento degli edifici scolastici, acquisto e manutenzione delle attrezzature didattiche e dei laboratori, formazione dei docenti e del personale, riorganizzazione e semplificazione del sistema amministrativo e di gestione, aumento dei salari del personale docente e non docente, …
Grazie e scusate per la lunghezza del commento.

soundwave
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Buonasera. Sono un insegnate di filosofia e storia del liceo. Condivido in pieno l'esigenza di riformare la scuola, a partire dalla distribuzione degli anni scolastici (come leggo da un altro commento, troverei ottimo fare 5+5+3 per questioni di sviluppo e distribuzione delle discipline) per finire ai programmi. Sulle discipline scientifiche il discorso non ci piove, vorrei aggiungere qualche considerazione sulle discipline umanistiche. Personalmente, come docente delle suddette discipline mi sento letteralmente incatenato dai programmi che di fatto ti vincolano in maniera importante. Mi piacerebbe lavorare tantissimo per tematiche (la cosa bella è che in Italia, l'Istituto di studi filosofici ha già fatto corsi per i docenti per lavorare in questo modo) ad esempio trattare in varie unità di apprendimento prima la logica, oppure l'etica, o la politica, il dialgo interculturale, l'epistemologia etc. Stessa cosa per storia lavorare di più sulle fonti e fare storiografia (almeno per l'ultimo triennio) e lavorare per tematiche. Per le discipline letterarie in genere sarebbe una manna dal cielo avere un approccio più tecnico e permettere ai ragazzi di avere degli strumenti per comprendere se stessi, le persone e i fatti, soprattutto in considerazione del mondo complesso ed in trasformazione che stiamo vivendo. Personalmente introdurrei un corso di filologia invece che fare letteratura in maniera così tradizionale.

luigicardamone
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La cosa più assurda è che ciò che dice Michele Boldrin come modello complessivo per scuola è di una semplicità e logicità assoluta. Non vi sono motivi logici per opporvisi, quindi chi lo fa può farlo solo per folle ottusità.

Xandras
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Su Ortega colpo di testa di Forchielli da centrocampo, goal!

simonepoggio
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Con la mia esperienza certo limitata posso dire che i classicisti hanno sì una conoscenza umanistica alta ma spesso sono persone anti tecnologia, anti progresso scientifico, anticapitalisti etc.
Niente di male ma un problema potrebbe esserci invece quando vanno ad occupare posti apicali e decisionali importanti e la cosa è abbastanza frequente in Italia.

gaepolichetti
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pur non essendo sempre d'accordo con voi, non posso non apprezzare il coraggio nel portare proposte di riforma così radicali e ragionevoli, almeno in questo caso. far prendere a 13/14 anni una decisione così importante come la scelta dell'indirizzo di studio è veramente assurdo, se ci si riflette un attimo, eppure voi siete praticamente i primi a porre l'attenzione su questo problema.

Shingo_Aoi
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Ero d’accordo con l’obbligo fino a 18 prima di insegnare al professionale. Ci sono alcuni ragazzi che non ce la fanno a stare a scuola, non ce la fanno, non vedono l’ora di potersene andare via e intanto non permettono ai 25 compagni di imparare. Invece sull’insegnamento del coding anche di videogiochi sfondi una porta aperta, l’ho fatto pure al professionale con risultati ottimi.

teo__
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Io che ho ascoltato ogni virgola di questi podcast mentre videogioco🙂🙂🫠

matteomartelli
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Un suggerimento: l'Estonia, la Svizzera, la Finlandia, l'Irlanda, hanno da tempo i migliori risultati nei test PISA in Europa. Non potremmo dare un'occhiata alla struttura delle loro scuole e ai loro curricula?

antoniotorcoli
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Concordo sull'uso dei videogiochi per l'insegnamento dell'informatica (e in particolare della programmazione), ho un amico che insegna informatica in un istituto tecnico anche con questa modalità e da quello che mi dice i risultati sono buoni, ritengo sia un modo utile per utilizzare una cosa che interessa ai ragazzi come porta di ingresso per una competenza necessaria da acquisire.
Tra l'altro trovo anche che chi dice che insegnare a programmare ha il solo scopo di creare dei tecnici non ha capito che la programmazione non serve solo o principalmente a quello: serve soprattutto ad insegnare ai ragazzi un metodo di ragionamento che ti fa vedere come si prende un problema (qualunque esso sia, non necessariamente di informatica), come si scompone in sottoproblemi più semplici, come questi si risolvono e come rimettere insieme tutto per risolvere il problema iniziale.
Concordo anche sulla riforma completa dei cicli scolastici con soli due cicli e una scelta della specializzazione ad una età in cui c'è maggiore consapevolezza delle proprie attitudini e dei propri interessi.

Dimble
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Belle riflessioni ma vorrei muovere una piccola critica: quando si parla di paesi come la Corea e il Giappone che, pur avendo un calo demografico crescono economicamente, bisogna stare attenti. Lì si ha un' etica del lavoro che può arrivare a livelli tossici, portando a overworking e a problemi sociali enormi tra depressione e suicidi.
Stessa cosa per la Cina. Credo che non si possano fare comparazioni con paesi che se ne fottono delle condizioni dei lavoratori pur di crescere.

dennis.piva.
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Sono d'accordo. Aggiungerei, non so se ne avete parlato in altri video, dei corsi obbligatori di educazione civica/diritto nella vostra scuola secondaria, focalizzati sul minimo che c'è da sapere del diritto pubblico italiano e possibilmente qualcosa sul diritto europeo.
Non è possibile che ci sia gente che a 18 anni pensa che in Italia si voti per eleggere il Governo o che non abbia idea di che sia il Parlamento europeo: è chiaro come il giorno che se non sai per cosa voti, o come funzioni lo Stato, finisci per disinteressarti, astenerti o cadere vittima del populismo. Metà delle stupidaggini di un partito come Lega cesserebbero automaticamente di avere effetto se a scuola si spiegasse decentemente la Costituzione

Byitn
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Sull'estensione dell'obbligo fino ai 18 sono sempre molto scettico, per mia esperienza, ma penso sia una cosa riscontrabile in tanti della mia età, chi lascia la scuola a 16 anni è perché semplicemente non è stato capace di andare avanti, si tratta spesso di pluribocciati che negli ultimi anni neanche si presentano a scuola nell'attesa di potersi eliminare dalle liste, obbligarli a rimanere fino ai 18 vuol dire prolungare il periodo di inattività in cui probabilmente lavoreranno in nero o peggio.

tommasogazziero
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Drin drin, commento tattico da un insegnante in Italia

pagliaiodifoglie
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Finché nelle scuole italiane esisterà il ruolo, ossia l'assunzione a tempo indeterminato vincolato a una classe di concorso (ossia a una materia precisa), nessuna riforma della scuola sarà mai possibile.

A scanso di equivoci: io sono insegnante di ruolo.

CarmeloLucaSambataroMusician
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Sono d'accordo nel dare agli studenti la possibilità di costruirsi un percorso di studio più personalizzato. Aggiungo, un aspetto che raramente viene menzionato nelle discussioni che rappresenta un motivo in più ovvero la rottura dei gruppi consolidati, che spesso alimentano dinamiche tossiche come il bullismo o l'esclusione sociale. Quando gli studenti sono costretti a rimanere in classi fisse con gli stessi compagni per anni, le dinamiche di gruppo possono cristallizzarsi, creando spazi dove certi comportamenti negativi si enfatizzando e radicalizzano. Permettere agli studenti di muoversi tra diverse classi, interagendo con nuovi compagni, può favorire una maggiore apertura mentale e la possibilità di formare relazioni più sane. Non si tratta solo di offrire maggiore autonomia nella scelta dei corsi, ma di creare un ambiente più dinamico e inclusivo che riduca il rischio che certe problematiche sociali si rafforzino.

carlodevincentiis
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Forza DrinDrin🎉 Portiamo l'Italia nel XXI secolo e pronta per il futuro!

micheleral
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Piccolo suggerimento: dopo una scuola superiore unificata, la proposta degli ITS potrebbe diventare simile ai community colleges americani, che sono scuole professionalizanti ma che permettono anche di portarsi i crediti per continuare il percorso con il bachelor. Addirittura negli USA ci sono persone che fanno i primi due anni la, perche' costa meno. Non farei due percorsi nettamente distinti, anche perche la flessibilita da bachelor a master ( dove si puo' cambiare argomento) funziona molto bene e non preclude carriere e vocazioni.

dfolegna
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