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Italia - UEFA Nations League
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Più forti del Covid e di chi avrebbe preferito non giocare. L'Italia si trova a memoria, sintomo incontrovertibile di schemi acquisiti. Mancini può permettersi il lusso di restare a casa e guarire con calma, i suoi ragazzi hanno imparato lo spartito e chiunque sia l'avversario non faticano a darne dimostrazione. Bastoni, Locatelli, Berardi, Grifo sono loro i nomi nuovi a cui abbiamo fatto presto ad affezionarci, coloro che salvo sorprese ci scorteranno, la prossima estate a vivere un Europeo da protagonisti.
Ne abbiamo un disperato bisogno dopo l'assenza dai mondiali di Russia e un periodo durissimo scandito da quarantene e divieti. In primis lo hanno capito i calciatori, basta ascoltarli e guardarli per rendersene conto. Belotti parla di gruppo granitico, Insigne non ha paura di scontrarsi a muso duro con Lewandoski, per difendere un compagno che la domenica, solitamente, ha maglia e tifosi diversi. Compatti verso la meta, consapevoli di una missione alta della quale sono diventati gli ambasciatori. In testa alla Nations League, con l'obiettivo final four gli Azzurri stanno abituando gli spettatori a prestazioni da urlo. Il 4-0 all'Estonia conferma una tendenza nuova, lontana da una tradizione avara di gol e punteggi roboanti. La sfida alla polonia è stata, invece, un saggio di coralità e fraseggio, mentre il prossimo step è già nel mirino e si chiama Bosnia, dovesse concludersi con un successo non solo l'italia vincerebbe il raggruppamento ma organizzerebbe anche la fase finale del torneo.
Mancini, Vialli, Evani e Lombardo il dietro le quinte è caleidoscopio a forti tinte blucerchiate che piace alla gente e ai critici più esigenti. Manca l'attaccante obietta qualcuno, ma chissà che non sia Ciccio Caputo il bomber della provvidenza in grado tra qualche mese di accendere le notti magiche dello stivale.
Ne abbiamo un disperato bisogno dopo l'assenza dai mondiali di Russia e un periodo durissimo scandito da quarantene e divieti. In primis lo hanno capito i calciatori, basta ascoltarli e guardarli per rendersene conto. Belotti parla di gruppo granitico, Insigne non ha paura di scontrarsi a muso duro con Lewandoski, per difendere un compagno che la domenica, solitamente, ha maglia e tifosi diversi. Compatti verso la meta, consapevoli di una missione alta della quale sono diventati gli ambasciatori. In testa alla Nations League, con l'obiettivo final four gli Azzurri stanno abituando gli spettatori a prestazioni da urlo. Il 4-0 all'Estonia conferma una tendenza nuova, lontana da una tradizione avara di gol e punteggi roboanti. La sfida alla polonia è stata, invece, un saggio di coralità e fraseggio, mentre il prossimo step è già nel mirino e si chiama Bosnia, dovesse concludersi con un successo non solo l'italia vincerebbe il raggruppamento ma organizzerebbe anche la fase finale del torneo.
Mancini, Vialli, Evani e Lombardo il dietro le quinte è caleidoscopio a forti tinte blucerchiate che piace alla gente e ai critici più esigenti. Manca l'attaccante obietta qualcuno, ma chissà che non sia Ciccio Caputo il bomber della provvidenza in grado tra qualche mese di accendere le notti magiche dello stivale.
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