Ruth - 31

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Elizabeth Gaskell riesce a trattare Ruth, la “fanciulla caduta” protagonista del romanzo omonimo, con la stessa tenerezza e compassione che aveva messo nel descrivere la vita della moralmente irreprensibile Charlotte Brontë, di cui scrisse la biografia. Quando uscì, “Ruth” fu uno scandalo per la morale vittoriana, sebbene non si accenni mai all’atto carnale vero e proprio che porta la fanciulla sedotta alla rovina. In “Ruth” l’autrice – la quale visse proprio nel momento storico in cui si stava creando il movimento femminista - denuncia la assoluta mancanza di condanna da parte della società agli abusi sulle donne.
Jane Austen e Virginia Woolf lamentavano che le donne della loro classe non potessero guadagnarsi da vivere con il loro lavoro come quelle delle classi povere. Ma leggendo la descrizione che Elizabeth Gaskell fa della vita delle cucitrici, che alle 2 di notte non osano sbadigliare per tema di essere cacciate e hanno diritto solo a mezz'ora di pausa per mangiare pane e formaggio in piedi in modo da non sporcare gli abiti che stanno cucendo per il gran ballo delle dame dell’alta società, viene da chiedersi se Virginia e Jane avessero davvero idea di cosa significasse guadagnarsi da vivere lavorando.
Devana legge per La Scuola delle Donne® "Ruth" nell’edizione editori riuniti 2011, traduzione di Federico Lopiparo e Valentina Piovani.
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