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[SANREMO 2025] I Veteroetero - I bei tempi andati

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ESCLUSIVO
Le solite lobbies di cui non preferiamo fare il nome per evitare ritorsioni ha cercato invano di non farci pervenire questo brano. Il leggendario gruppo de I Veteroetero nel pieno della loro parabola discendente cercano il rilancio con questo struggente brano dalle scomode tematiche.
I nostri cantori della virilità genuina ci raccontano i bei tempi andati quando si potevano fare tante belle cose, non come adesso che ah non fatemi parlare...
TESTO
Sotto il portico del bar centrale,
tra un Cynar e un Biancosarti,
c’è chi soffre per le transaminasi
col giornale aperto e la nostalgia nel cuore
Una volta si stava meglio, ti ricordi
si fumava nei locali e si guidava sbronzi,
Una birra con gli amici
E poi di corsa a meretrici
Tornare a casa a notte fonda
Guai se tua moglie apriva bocca mentre ora
Non si può più dire niente,
colpa del politicamente corretto,
Chiami un gay con la F e si offende,
E un nero è sempre nero anche se aggiungi una G
Dove andremo a finire, signora mia,
la libertà di insultare era poesia!
Hanno tolto le belle pubblicità,
quelle con le chiappe in primo piano,
E nei calendari poi neanche più una zinna
Se guardo un film ci sono i neri dappertutto
Anche in quelli sui nobili inglesi del Settecento
Siamo noi maschi etero ad essere discriminati
Ma io non sono razzista, eh, sia chiaro,
Va bene questa moda di essere gay
ma ognuno a casa propria
O in quella dei comunisti radical chic
Non si può più fare niente,
colpa del politicamente corretto,
se tocchi il sedere a una collega,
ti dicono pure che è un reato!
Dove andremo a finire, signora mia,
la libertà di molestare era poesia!
E mentre parlano, il mondo va avanti,
loro restano al bar, tra una briscola e i rimpianti,
A raccontare quando erano maschi aitanti
Ora restano soli con i conti svuotati dalle loro badanti
#ai #suno #sunoai #sanremo #sanremo2025 #carloconti
Le solite lobbies di cui non preferiamo fare il nome per evitare ritorsioni ha cercato invano di non farci pervenire questo brano. Il leggendario gruppo de I Veteroetero nel pieno della loro parabola discendente cercano il rilancio con questo struggente brano dalle scomode tematiche.
I nostri cantori della virilità genuina ci raccontano i bei tempi andati quando si potevano fare tante belle cose, non come adesso che ah non fatemi parlare...
TESTO
Sotto il portico del bar centrale,
tra un Cynar e un Biancosarti,
c’è chi soffre per le transaminasi
col giornale aperto e la nostalgia nel cuore
Una volta si stava meglio, ti ricordi
si fumava nei locali e si guidava sbronzi,
Una birra con gli amici
E poi di corsa a meretrici
Tornare a casa a notte fonda
Guai se tua moglie apriva bocca mentre ora
Non si può più dire niente,
colpa del politicamente corretto,
Chiami un gay con la F e si offende,
E un nero è sempre nero anche se aggiungi una G
Dove andremo a finire, signora mia,
la libertà di insultare era poesia!
Hanno tolto le belle pubblicità,
quelle con le chiappe in primo piano,
E nei calendari poi neanche più una zinna
Se guardo un film ci sono i neri dappertutto
Anche in quelli sui nobili inglesi del Settecento
Siamo noi maschi etero ad essere discriminati
Ma io non sono razzista, eh, sia chiaro,
Va bene questa moda di essere gay
ma ognuno a casa propria
O in quella dei comunisti radical chic
Non si può più fare niente,
colpa del politicamente corretto,
se tocchi il sedere a una collega,
ti dicono pure che è un reato!
Dove andremo a finire, signora mia,
la libertà di molestare era poesia!
E mentre parlano, il mondo va avanti,
loro restano al bar, tra una briscola e i rimpianti,
A raccontare quando erano maschi aitanti
Ora restano soli con i conti svuotati dalle loro badanti
#ai #suno #sunoai #sanremo #sanremo2025 #carloconti