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Rugantino 1973 09 Anvedi questa #rugantino #adrianocelentano #commediaitaliana

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Rugantino (1973)
Di Pasquale Festa Campanile
Cast:
Adriano Celentano: Rugantino, Claudia Mori: Rosetta, Toni Ucci: Niccolò Capitelli, Grazia Maria Spina: Marta Capitelli, Riccardo Garrone: principe Capitelli, Renzo Palmer: cardinale Severini, Sergio Tofano: Michele Sacconi, Guglielmo Spoletini: Gnecco, Elio Pandolfi: Cantante lirico, Sandro Merli: Vaccepiano, Pippo Franco: un amico di Rugantino, Paolo Stoppa: Mastro Titta, Enzo Robutti: Sor Thorwaldsen
#rugantino #adrianocelentano #commediaitaliana #paolostoppa #pippofranco #claudiamori #roma #rome #italy #italia #trastevere #commedia #cinemaitaliano #cinema #film #risateitaliane #risate #risateallitaliana #instagood #memes #gazcinema #funnymeme #baby #movie
TRAMA: Nella Roma papalina del 1848 il venticinquenne Rugantino, spaccone, arrogante e avverso a qualsivoglia lavoro, vive di espedienti aiutato dalla fida Eusebia che egli spaccia per sua sorella. I due ricavano vitto e alloggio da un raggiro ai danni del marchese Sacconi. Entra in scena la bella Rosetta, moglie del violento e geloso Gnecco Er Matriciano, croce e delizia di tutti i giovani romani incluso Rugantino, che incautamente scommette con degli amici di riuscire a sedurla prima della Sera dei Lanternoni.
Il giovane, nonostante umilianti peripezie, riesce nell'intento ma finisce con l'innamorarsi della ragazza al punto da non far menzione ai suoi compagni della riuscita dell'impresa per rispetto dell'amata, silenzio che dura, però, fin quando le provocazioni degli amici non fanno breccia in Rugantino che schiavo del suo carattere spaccone, comincia a vantarsi ferendo così i sentimenti di Rosetta. Nel frattempo Gnecco, condannato all'esilio per aver ucciso uno spasimante di Rosetta, torna di nascosto a Roma durante il carnevale ma viene pugnalato, sotto gli occhi di Rugantino accompagnato dalla nobile sotto mentite spoglie Marta Capitelli, da un Carbonaro che vuole vendicare un compagno denunciato da Gnecco.
Rugantino accorre dall'uomo morente, ma viene visto da molta gente affacciata alle finestre e da una pattuglia di gendarmi che lo insegue; per riscattarsi agli occhi di Rosetta rivendica l'omicidio e fugge, senza fortuna. Imprigionato e condannato a morte, con Rosetta che si dichiara perdutamente innamorata, sale sul patibolo sostenendo la sua colpevolezza, dimostrando così di essere un vero uomo. Il boia Mastro Titta fa quindi giustizia uccidendo un Rugantino pianto, rispettato e ammirato da tutti o quasi.
Di Pasquale Festa Campanile
Cast:
Adriano Celentano: Rugantino, Claudia Mori: Rosetta, Toni Ucci: Niccolò Capitelli, Grazia Maria Spina: Marta Capitelli, Riccardo Garrone: principe Capitelli, Renzo Palmer: cardinale Severini, Sergio Tofano: Michele Sacconi, Guglielmo Spoletini: Gnecco, Elio Pandolfi: Cantante lirico, Sandro Merli: Vaccepiano, Pippo Franco: un amico di Rugantino, Paolo Stoppa: Mastro Titta, Enzo Robutti: Sor Thorwaldsen
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TRAMA: Nella Roma papalina del 1848 il venticinquenne Rugantino, spaccone, arrogante e avverso a qualsivoglia lavoro, vive di espedienti aiutato dalla fida Eusebia che egli spaccia per sua sorella. I due ricavano vitto e alloggio da un raggiro ai danni del marchese Sacconi. Entra in scena la bella Rosetta, moglie del violento e geloso Gnecco Er Matriciano, croce e delizia di tutti i giovani romani incluso Rugantino, che incautamente scommette con degli amici di riuscire a sedurla prima della Sera dei Lanternoni.
Il giovane, nonostante umilianti peripezie, riesce nell'intento ma finisce con l'innamorarsi della ragazza al punto da non far menzione ai suoi compagni della riuscita dell'impresa per rispetto dell'amata, silenzio che dura, però, fin quando le provocazioni degli amici non fanno breccia in Rugantino che schiavo del suo carattere spaccone, comincia a vantarsi ferendo così i sentimenti di Rosetta. Nel frattempo Gnecco, condannato all'esilio per aver ucciso uno spasimante di Rosetta, torna di nascosto a Roma durante il carnevale ma viene pugnalato, sotto gli occhi di Rugantino accompagnato dalla nobile sotto mentite spoglie Marta Capitelli, da un Carbonaro che vuole vendicare un compagno denunciato da Gnecco.
Rugantino accorre dall'uomo morente, ma viene visto da molta gente affacciata alle finestre e da una pattuglia di gendarmi che lo insegue; per riscattarsi agli occhi di Rosetta rivendica l'omicidio e fugge, senza fortuna. Imprigionato e condannato a morte, con Rosetta che si dichiara perdutamente innamorata, sale sul patibolo sostenendo la sua colpevolezza, dimostrando così di essere un vero uomo. Il boia Mastro Titta fa quindi giustizia uccidendo un Rugantino pianto, rispettato e ammirato da tutti o quasi.