Te voglio bene assaje - Canzone napoletana - Neapolitan song - Canción napolitana - Fisarmonica

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Mi sembra di udirla… la voce di Napoli. Quel coro che da Posillipo a Santa Lucia, dal Vomero al Borgo marinaro e fino al Vesuvio, si alzò a intonare Te voglio bene assaje...
Sembra di sentirne la forza, l’espansione, la popolanità.

Dal 1839, anno in cui fu presentata alla Festa di Piedigrotta, la canzone divenne rapidamente un tormentone: massaie, marinai, operai,studenti, impiegati, tutti a cantare, a ripeterla con instancabile energia.
Che la fama sia stata immediata, è confermata dall’articolo apparso il 6 agosto 1840 sul settimanale letterario Omnibus a firma del giornalista Raffaele Tommasi:
"Sfido chiunque dei miei lettori a dare un passo, o a ficcarsi in un luogo dove il suo orecchio non sia ferito all'acuto suono di una canzone, che da non molto da noi introdottasi, trovasi sulle bocche di tutti, ed è venuta in sì gran fama da destar l'invidia dei più valenti compositori".
Anche Luigi Settembrini, letterato napoletano, riportava in un suo scritto:
”Tre cose sono le meraviglie di Napoli: la ferrovia, l’illuminazione a gas e Io te voglio bene assaje “
Addirittura tale risonanza, tale cuore di popolo che batteva così forte, arrivò ad arrecare una certa contrarietà.
In una sua poesia del 1840, infatti, il barone Zezza scriveva stizzosamente:
“…Che siente addò te vuote? /Che siente addò tu vaje?/Te voglio bene assaje/e tu nun pienze a mme!"...
E pare pure che il 10 settembre 1840, il ministro segretario di Stato della Polizia Generale del Regno, Francesco Saverio Del Carretto, in una lettera al prefetto di Napoli, chiese che fosse bandito il ritornello della canzone dalle strade, in quanto, se intonato durante le processioni religiose, profanava lo spirito cristiano.
Insomma, un successo da fare paura!

Sull’autore del testo e della musica vi è una eterna disputa.
Questo perché, in quel periodo, sulle copielle (fogli volanti con le partiture musicali e i testi) stampate dai tipografi, non venivano mai indicati gli autori delle canzoni. Solo a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, quando la musica napoletana si tramutò in un vero affare per le case editrici, la stampa degli spartiti riportava il nome dei parolieri e dei compositori.
L’ipotesi più accreditata, però, farebbe riferimento a Raffaele Sacco per il testo e addirittura a Donizetti per la musica. Chissà.
A noi basta riconoscerne la celebrità, e sapere che, negli anni in cui la notorietà di una canzone si misurava con il numero di copielle vendute, i brani di maggior successo riuscivano a vendere da tremila a cinquemila copielle e raramente si arrivava alla decina di migliaia. In quegli anni, Te voglio bene assaje vendette 180.000 copielle. Un trionfo! Planetario ed eterno.
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Комментарии
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Grazie. Trarro’ ispirazione dalla tua performance

gabriellamurphy
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grande amico mio....vorrei cantarla con te...sei un grande...

felicesciusciammocca